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Boris Johnson entra a Downing Street deciso a fugare le streghe nella notte di Halloween

Aggiornamento: 11 mar 2022

Boris Johnson non è uno che mena il can per l’aia. Nel primo discorso da capo del governo, come da tradizione tenuto davanti alla sede dell’Esecutivo col portone nero ancora chiuso alle sue spalle, ha promesso investimenti pubblici per assecondare il ciclo espansivo dell'economia ma soprattutto di lasciare l'UE il 31 ottobre, sic et simpliciter. Il nuovo leader ha dichiarato che avrebbe dimostrato che i "profeti di sventura" si sbagliano e che avrebbe esercitato "una forte leadership per cambiare il Paese in meglio". A proposito di un’uscita senza accordo dall'UE ha affermato che è una "possibilità al momento remota", ma che è necessario essere preparati. Al suo arrivo da Buckingham Palace, dove Sua Maestà la Regina gli ha rivolto l’invito regale a formare un governo, Boris è stato applaudito dal team dei consiglieri e dalla compagna, Carrie Symonds, apparsa raggiante, a dispetto della panna montata giornalistica sull’ormai famigerato alterco domestico. Dopo di che, Alexander Boris de Pfeffel Johnson ha preso servizio da primo Ministro del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord. E’ il 77° occupante di Downing Street n.10 da Sir Robert Walpole nel 1721 e il 14° del regno della Regina Elisabetta II.

Col primo atto di governo, BoJo ha anche portato a termine il più grande rimpasto di gabinetto in 60 anni. Il leader euroscettico ha deciso di normalizzare la squadra di governo e messo in scena un massacro politico: 17 ministri si sono dimessi o sono stati licenziati. Al loro posto, Johnson ha nominato un contingente di Brexiteers. Dominic Raab diventa Foreign Secretary e il n.2 de facto; Priti Patel, è il nuovo Home Secretary, mentre Sajid Javid è il Cancelliere dello Scacchiere. Boris ha anche seppellito l'ascia di guerra con Michael Gove, l'uomo che fece naufragare la sua corsa alla leadership nel 2016, mantenendolo nel Gabinetto come Cancelliere del Ducato di Lancaster, con la responsabilità di coordinare la pianificazione di una hard Brexit. Il nuovo governo è tutto politico, senza figure tecniche, e monocolore. I conservatori hanno compreso il messaggio delle elezioni europee e sono consapevoli che la sopravvivenza politica del conservatismo in Uk dipende in toto dalla notte di Hallowen. Il 31 ottobre dovranno essere fugate le streghe di un incubo che ha rischiato di disunire il Regno. Non a caso, la nomina di più alto profilo politico è quella di Jacob Rees-Mogg, il presidente dell’Erg è stato nominato capogruppo alla Camera dei Comuni. Il nuovo leader del gruppo parlamentare ha elogiato il discorso del Primo Ministro definendo il suo "una dichiarazione ispiratrice di un senso di missione e indipendenza". Il deputato del Somerset svolgerà ora un ruolo determinante nel processo Brexit e controllerà l'agenda dei Comuni e le operazioni di voto della maggioranza in aula.

Secondo il Barrister Martin Howe, QC, per il duo Johnson/Rees-Mogg l'unica via percorribile per uscire dall'UE con un accordo è lasciare il piano Chequers di maggio non ratificato e aggirare del tutto l'articolo 50. Questo obiettivo può essere raggiunto attraverso un accordo di libero scambio simile a quello del Canada, ma con il riconoscimento reciproco dei servizi e una cooperazione rafforzata in materia di sicurezza e giustizia penale. In base a questo schema, Regno Unito e Unione europea continuerebbero a riconoscere i rispettivi beni e i servizi come conformi ai loro standard, fino a quando le leggi pertinenti non vengano modificate. Il Queen Counsel ritiene che sarebbe possibile attuare un portafoglio di accordi-ponte utilizzando poteri unilaterali sotto l'ombrello di un accordo politico, anziché richiedere da subito un accordo giuridico formale.

Il presidente Usa Donald Trump ha omaggiato la scelta di Boris Johnson, segnalando una chiara volontà di rafforzamento della relazione speciale tra Londra e Washington DC.

Secondo i sondaggi, con l’elezione di Boris Johnson alla guida del partito, i conservatori hanno riconquistato una parte degli elettori migrati verso il Brexit Party di Nigel Farage, ma hanno perso terreno rispetto ai liberaldemocratici. Un sondaggio Times/YouGov condotto nelle ultime 24 ore sulla scia dell'elezione ha stimato i Tories al 25%, i LibDem al 23%, il Labour al 19% e il Brexit Party al 17%. I numeri suggeriscono che gli elettori Tory che avevano disertato in favore del Brexit Party stanno già tornando ai conservatori sotto la guida di Johnson. Il sostegno al Brexit Party è sceso al livello più basso da aprile. Farage ha immediatamente dichiarato di essere aperto a un patto elettorale con il partito conservatore per eseguire la Brexit il 31 ottobre. Il leader del Brexit Party chiede al Primo Ministro di indire elezioni anticipate, al fine di "cambiare i numeri" alla Camera dei Comuni, asserendo di vedere ora la "possibilità" di un patto tra le parti. Ma il patto elettorale non ci sarà, né ci saranno elezioni anticipate, ha affermato Matt Hancock, Ministro della salute e stretto alleato del Primo Ministro. In una dichiarazione alla BBC ha dichiarato: "Quello che stiamo andando a fare è la Brexit, la messa in sicurezza dell’economia e poi sconfiggere il Brexit Party in una futura, spero molto futura, elezione generale". L’Uk è ripartito ed ha una direzione di marcia.


Redazione Italia Atlantica

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