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Mai così forti le relazioni economiche Italia - UK

Aggiornamento: 11 mar 2022

Le relazioni economiche bilaterali tra Italia e Regno Unito sono tra le più forti al mondo. Ora va compreso che esse sono incrementalmente strategiche post Brexit.

Con l’Uk, l’Italia ha sviluppato negli ultimi 30 anni un ampio ventaglio di collaborazioni industriali, con un focus eccezionale nei settori aerospazio/difesa, finanza, telecomunicazioni e trasporti.


A luglio 2018, la Gran Bretagna ha svelato il concept di Tempest, il futuro caccia da superiorità aerea di sesta generazione britannico destinato a sostituire gradualmente l'Eurofighter Typhoon. Il Team Tempest è formato da BAE, Leonardo-Finmeccanica, MBDA e Rolls-Royce. Secondo il Ministero della Difesa inglese, Tempest sarà il primo caccia di sesta generazione del pianeta. Dal 2040 in poi, anno in cui sarà dismessa la linea Typhoon, i Tempest affiancheranno le piattaforme tattiche di quinta generazione Usa F-35. Nella fase di ricerca e sviluppo del programma Tempest, Londra stima un investimento di due miliardi di sterline in competizione con il programma Dassault-Airbus franco-tedesco. L’Italia, almeno fino alla scorsa settimana, era rimasta inerte. Poi il ministro della difesa Lorenzo Guerini ha firmato l’accordo Tempest, facendo una mossa strategica perfetta a contenimento delle mire francesi sull’industria aerospazio/difesa, esplicitate dall’assegnazione del relativo portafoglio Ue a Sylvie Goulard. E l’adesione dell’Italia al Tempest permette al progetto britannico di ricevere i co-finanziamenti previsti nel nuovo Fondo europeo di Difesa (Edf) da cui si attendono 13 miliardi di euro per il periodo 2021-2027.


A novembre 2018, il London Stock Exchange Group (LSEG), che possiede l’infrastruttura di mercato italiana (la Borsa di Milano, la Monte Titoli S.p.a. e la Cassa di Compensazione e Garanzia S.p.a.), in risposta alla Brexit, ha deciso di trasferire a Milano l’MTS, la piattaforma di negoziazione del mercato del debito pubblico denominato in Euro: un mercato che aveva attratto le mire di Parigi e Francoforte. Con questo, Milano si ritroverà ad ospitare un’infrastruttura strategica che oggi viene utilizzata da almeno una dozzina di stati tra cui Austria, Repubblica Ceca, Olanda, Irlanda e Portogallo. L’MTS era stato concepito proprio in Italia alla fine degli anni Ottanta, grazie a un’iniziativa congiunta di Bankitalia e ministero del Tesoro, quando alla guida c'erano, rispettivamente, Carlo Azeglio Ciampi e Giuliano Amato. Era la fase storica in cui il debito pubblico cominciava a lievitare e per assicurarne una corretta gestione fu istituito un circuito informatico che potesse prezzare i BTP in modo trasparente. Questo apparato di fintech è diventato nel tempo un modello di riferimento in Europa, al punto da aver rappresentato il vero motivo che spinse il London Stock Exchange ad acquisire nel 2007 Borsa italiana che ne aveva il controllo. Oggi MTS è un grande sistema attraverso cui transitano emissioni e scambi di obbligazioni per 130 miliardi di euro al giorno (Milano tratterà circa 20 miliardi al giorno post Brexit). La sua capacità di rappresentare una cabina di regia del commercio mondiale del debito pubblico – i denigratori sono arrivati a definirlo la “fabbrica dello spread” – è cresciuta tanto da aver indotto LSE a rinunciare alla fusione con Deutsche Börse lo scorso anno, quando la Commissione UE stabilì che per portare a termine l’operazione Londra avrebbe dovuto disfarsi di MTS.


Ad agosto 2019, Trenitalia UK, società controllata al 100% da Trenitalia (Gruppo FS Italiane), e FirstGroup si sono aggiudicati il franchise ferroviario della West Coast inglese (70% FirstGroup, 30% Trenitalia UK). Il franchise sulla West Coast (durata 2019-2031) comprende i collegamenti InterCity fra Londra, Manchester, Chester, Liverpool, Preston, Edimburgo e Glasgow; oltre allo sviluppo e l’introduzione a partire dal 2026 dei nuovi servizi sulla nuova linea ad alta velocità (High Speed 2) da Londra a Birmingham (160 km). I servizi InterCity da Londra a Edimburgo/Glasgow trasportano ogni anno 39 milioni di passeggeri con 76 treni che garantiscono 300 collegamenti giornalieri. I ricavi del franchise nell’ultimo anno sono stati pari a oltre 1,250 miliardi di euro con previsione di crescita nei prossimi anni. La nuova partnership prevede l’ammodernamento dell’intera flotta di 56 treni Pendolino con 25.000 nuovi posti per i passeggeri. Entro il 2022 verranno inoltre offerti più di 260 servizi aggiuntivi alla settimana introducendo 10 nuovi treni elettrici e 13 treni bi-modali, anche in sostituzione dei diesel ancora utilizzati con una riduzione delle emissioni di CO2 del 61%. Inoltre, verranno installati, nelle stazioni e nei depositi, al fine di ridurre l’impatto ambientale, pannelli solari e sistemi di condizionamento ad alta efficienza energetica. La linea ad alta velocità HS2, una volta completata, collegherà circa 30 milioni di persone, e sarà un volano per la crescita economica del Paese con viaggi più veloci tra Nord e Sud della Gran Bretagna.


Quanto a media e telecoms, Vodafone è il secondo operatore di telefonia in Italia e Sky la prima piattaforma di TV digitale.


Significativamente, gli affari tra Italia e UK vanno nei due sensi e non senso unico. Eppure, fino all’arrivo di Lorenzo Guerini in Via XX Settembre, a queste dinamiche non aveva corrisposto un adeguato accompagnamento politico. Oggi si aprono ulteriori spazi nelle relazioni bilaterali con Londra grazie a Brexit ed alla prospettiva Commonwealth che disegna immaginative rotte commerciali in Africa ed Asia, in alternativa al vanaglorioso progetto Nuova Via della Seta, l’adesione italiana al quale ha creato un fronte di frizione con gli USA. E per i moderni epigoni di Marco Polo non è finita bene. Nam tua res agitur, paries cum proximus ardet.



Sebastiano Di Betta

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