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  • Immagine del redattoreItalia Atlantica

Pete Buttigieg ha gettato la spugna

Pete Buttigieg ha gettato la spugna, annunciando la propria uscita dalle primarie democratiche.

Nella sua South Bend, piccola città dell'Indiana, di fronte alla mamma, amici, cittadini, introdotto da suo marito molto emozionato fino alle lacrime, questo giovane di 38 anni, superlaureato, che parla cinque lingue, veterano di guerra in Afghanistan, ha deciso di mettere fine alla sua campagna elettorale.

Mancano i soldi e manca anche il supporto degli African American che gli rimproverano di essere stato molto debole nei confronti di un poliziotto della sua città che aveva ridotto in fin di vita un giovane African American. Una candidatura durata un anno e poco più ma che ha visto crescere in maniera esponenziale il sostegno finanziario di migliaia di cittadini americani e gli ha consentito di garantirsi 26 delegati. Questo giovane sindaco difficilmente sarà dimenticato nel tritacarne della politica americana. Pete Buttigieg ha troppe qualità oltre alla gioventù che lo rendono un personaggio politico di sicuro futuro. Adesso è tutto un farfugliare a quale candidato il giovane sindaco conferirà i suoi delegati. Pensare che Pete Buttigieg potrà dare il suo supporto a quel Bernie Sanders autodefinitosi socialista che per l'americano medio significa comunista e tutto impegnato nel promettere una rivoluzione sostanziale, e' impossibile. L'uscita del sindaco di South Bend era stata preceduta solo di qualche ora da quella del milionario Tom Steyer che, dopo aver buttato per anni decine di milioni di dollari in video passati alle televisioni, ha dovuto constatare che l'entrata a gamba tesa dell'infinitamente più ricco Mike Bloomberg, con la previsione di spendere più di 1 miliardo e mezzo nel bombardare gli spettatori televisivi, gli lasciava poche speranze di successo. Svanita la meteora Pete Buttigieg, restano a contendersi il ruolo di front runner l'esaltato Bernie Sanders, il bollito Joe Biden e le due senatrici Warren e Klobuchar. Da non dimenticare Michael Bloomberg ed i suoi soldi. Qualunque sia il ticket che scaturirà tra questi personaggi, sappiamo con certezza che il confronto sarà sicuramente a vantaggio di Donald Trump, assistito da 30 milioni di elettori. E mentre l'amministrazione americana cerca di spazzare sotto il tappeto le preoccupazioni sulla diffusione del Corona virus, si susseguono le notizie su un rinnovato inserimento della propaganda russa, a vario titolo, in queste elezioni presidenziali americane. Ed anche questa è America.


Oscar Bartoli

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