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Immagine del redattoreItalia Atlantica

La Lagarde delude i mercati. Borse in picchiata

Christine Lagarde non sembra avere alcuna consapevolezza che il cigno nero è apparso e galleggia placido nel laghetto dell'euro. Invece di stupire i mercati -- come ha appena fatto la Bank of England -- la manovra d'emergenza della Bce ha causato il più grande crollo dei listini azionari europei in oltre un secolo, risolvendosi in misure banali e al di sotto delle aspettative addirittura minime. Ma stavolta non è rimasto più nessuno posto in cui nascondersi: l’acronimo EFS (economia, finanza, tensioni sociali) descrive la miscela più pericolosa per la sopravvivenza dell’Unione monetaria. Il Tesoro britannico e la Boe hanno agito in concerto, Rishi Sunak ha presentato un budget di "welfare nationalism", Mark Carney ha tagliato i tassi di 50 punti base. A Bruxelles invece c'è chi non ha imparato la lezione "whatever it takes" di Mario Draghi. Commissione e Bce devono adottare misure congiunte per la lotta al coronavirus. E devono predisporre strumenti finanziari comunitari (i safe assets) a sostegno degli sforzi di ripristino delle economie interne; altrimenti tali sforzi graveranno sui rispettivi bilanci statali incrementando deficit e debito pubblico. Dove questi sono già in bilico, come l’Italia il cui debito pubblico è a un passo dal livello di rating junk bond, lo spread si sta alzando oltre i livelli di guardia aumentando i costi finanziari (e sociali) dell’emergenza economico-sanitaria, mentre nei paesi dell'area germanica tali costi potrebbero addirittura diminuire per effetto del flight-to-quality. Se questa è l'Unione ... [D'altre parte, c'è dove (UK) si prendono i più bravi e brillanti e a 39 anni si mettono a capo dello Scacchiere, e c'è dove (Italia) si nominano commissari straordinari prelevati di peso dalle centrali operative dello sfascio.]

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